Ammonterebbe a meno di 5000 unità il numero degli appartenenti allo Stato Islamico in Libia. La cifra è stata resa nota dal Capo di Stato Maggiore dell’Areonautica, Generale Saqr al-Jarushi, il quale, in dichiarazioni riprese dal sito web libico Akhbar Libya 24 ha peraltro aggiunto che “questo numero tenderà a salire”.
Al-Jarushi ha riferito che i miliziani che entrano nelle fila dello Stato Islamico in Libia provengono dall’Iraq e dalla Siria e che il loro afflusso sarebbe aumentato successivamente all’appello dei Abu Bakr al-Baghdadi, cosiddetto “Emiro dei Credenti”.
Il Generale ha dichiarato che “Libia ed Egitto stanno fronteggiando un unico nemico”, aggiungendo che gli aerei egiziani e quelli emiratini trasporteranno 55 persone bisognose di essere curate, dopo essere rimaste ferite nell’attacco di Al-Qubba.
Le dichiarazioni di Al-Jarushi giungono in contemporanea con la notizia diffusa dal sito web libico Bawwabat-al-Wasat secondo la quale “gli apparati di sicurezza marocchini hanno fermato tre cittadini marocchini a Oujda, nell’est del paese a confine con l’Algeria, e a Casablanca, nell’ovest del Marocco”.
Per il Ministero dell’Interno marocchino, i tre avevano intenzione di unirsi allo Stato Islamico in Libia e da qui coordinarsi con i combattenti marocchini.
I media libici hanno recentemente riportato il nome di un jihadista marocchino, tale ‘Abd al-‘Ali al-Maghribi (il marocchino), morto alcune settimane fa nell’area di Al-Sabiri, a Bengasi, durante gli scontri armati.
In quell’occasione, un leader dello Stato Islamico ha definito i combattenti marocchini “la chiave della vittoria”, elogiando il loro coraggio.