Mentre fallisce il tentativo dello Stato Islamico in Libia di inglobare i combattenti di Misurata, obbligandoli a passare nelle fila dell’organizzazione terroristica, la società civile non si rassegna a una condizione di insicurezza permanente, reagendo con iniziative concrete quali quella della riapertura dell’Università di Sirte, dopo il ritiro delle milizie armate, a partire dal prossimo mese di marzo. Lo ha riferito il sito web libico Bawwabat-al-Wasat.
Infatti, secondo quanto pubblicato dallo stesso Bawwabat-al-Wasat “uno dei leader dello Stato Islamico a Sirte, noto come Abu Muhammad al-Farjani, ha chiesto ai combattenti di Misurata di annunciare il proprio pentimento, tornare ad Allah e giurare fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi”.
In uno dei tanti video diffusi sui social media libici, Al-Farjani ha minacciato di morte “l’esercito delle Sahawat (milizie sunnite moderate, ndr) e i figli della croce”. L’uomo ha attaccato anche le forze “Alba della Libia” e i loro leader, citando espressamente Nuri Busahmein, Salah Badi e Omar al-Hasi. Al-Farjani ha indicato anche gli sceicchi libici Al-Sadiq al-Ghariani, Nader al-‘Omrani e ‘Abd al-Basit Ghueila. Costoro, ha dichiarato, saranno un obiettivo dello Stato Islamico, in quanto hanno “venduto la propria anima al diavolo e si sono uniti ai crociati in cambio di poltrone e soldi”.