Marocco, lo smantellamento di una cellula terroristica evidenzia i legami con la criminalità organizzata

Ludovica Cascone 01/10/2018
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La mattina del 18 settembre, le autorità marocchine hanno annunciato lo smantellamento di una nuova cellula terroristica, che pianificava di assassinare e rapire diverse personalità scopo di estorsione. L’operazione è stata portata a termine, ancora una volta, dal BCIJ, l’Ufficio centrale per le indagini giudiziarie, noto come l’FBI marocchino, istituito nel 2015 per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata. L’operazione è scattata il 17 settembre sulla base di “informazioni precise” fornite dalla DGST (la Direction Générale de la Surveillance du Territoire), l’apparato d’intelligence marocchino con funzioni di contro-spionaggio, cui il BCIJ fa capo. La cellula è composta da 12 individui attivi tra Casablanca e Tangeri, i quali pianificavano operazioni terroristiche in coordinamento col fratello di uno degli arrestati, unitosi al sedicente Stato Islamico (IS) nell’area di conflitto siro-irachena.

Il comunicato congiunto della Direzione generale della sicurezza nazionale e della DGST ha evidenziato l’esistenza di “forti legami tra questa rete terroristica e la criminalità organizzata, in quanto i membri di questa rete sono coinvolti in una serie di crimini legati allo spaccio di stupefacenti e di sostanze psicotrope e in diversi rapimenti a scopo di estorsione”, sottolineando che si cercano ulteriori possibili collegamenti con altre reti criminali. Le indagini condotte dopo lo smantellamento della cellula hanno infatti appurato il coinvolgimento dei suoi membri, pregiudicati per terrorismo ed estremismo, in sequestri a scopo di estorsione con l’utilizzo di armi bianche, gas lacrimogeni, sostanze incendiare e veicoli con targhe false, che rientrano tra gli oggetti sequestrati durante l’operazione di sicurezza, assieme a maschere, guanti, dispositivi elettronici, CD, cellulari, pubblicazioni di alcune organizzazioni terroristiche, anche dell’IS, ricevute di trasferimenti finanziari, documenti d’identità falsi, stupefacenti e ingenti somme di denaro.

La mattina del 19 settembre, gli agenti di sicurezza marocchini hanno arrestato a Tangeri il tredicesimo componente della cellula, il quale è stato trovato in possesso di sette spade da samurai, 300 milioni di dirham, bombolette lacrimogene e stupefacenti.

I membri della rete sono inoltre risultati coinvolti in un crimine avvenuto il 14 settembre a Tangeri, quando hanno fatto irruzione in un appartamento provocando la morte di un individuo, sospettato di essere implicato in questioni di droga, caduto dal settimo piano. Questo particolare episodio potrebbe essere un regolamento di conti con altre bande criminali, legate allo spaccio di stupefacenti, come potrebbe rientrare nell’ambito del principio di “appropriazione del bottino degli infedeli”, pretesto utilizzato dagli estremisti per compiere rapine e raccogliere il denaro necessario per l’esecuzione dei loro piani terroristici.


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