Ostaggi francesi liberati in Mali: Parigi ha pagato un riscatto?

Bernard Selwan El-Khoury 01/11/2013
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Dopo tre anni di detenzione trascorsi lungo la zona di confine tra Mali e Niger, sono stati liberati i quattro ostaggi francesi di Arlit e subito sono divampate le polemiche sulla possibilità che Parigi abbia pagato o meno un riscatto a favore di carcerieri riconducibili a gruppi appartenenti all’eterogenea galassia di ‘Al-Qaeda nel Maghreb Islamico’ (AQMI).

L’Eliseo, per voce del Presidente Hollande, ha subito smentito tale possibilità rivendicando il fatto che “la Francia non paga riscatti”. Tuttavia i dubbi non sono sembrano venire meno, soprattuto dopo le dichiarazioni rilasciate dal Ministro degli Esterni Laurent Fabius che alle domande su possibili “fondi privati” utilizzati per pagare il riscatto si è limitato a evidenziare che “non sono stati usati soldi pubblici”.

Secondo quanto riportato da fonti autorevoli della stampa francese quali l’agenzia AFP e il quotidiano Le Monde sarebbe stato pagato un riscatto per una cifra tra i “venti e i venticinque milioni di euro” prelevati dai fondi destinati ai Servizi segreti della DGSE.

Il Ministro della Difesa maliano Soumeylou Boubeye Maiga, ripreso da Radio France Internationale (RFI), ha addirittura preferito parlare di “compensazione” piuttosto che menzionare la parola “riscatto”, richiamando la volontà di aderire completamente alla versione fornita dal governo francese e sottolineando che “la forma di compenso utilizzata non fa alcuna differenza”.

Tuttavia le notizie maggiormente inquietanti sembrano puntare al ruolo della società francese AREVA e dei proventi che sarebbero stati rinegoziati a favore del Presidente del Niger Mahamadou Issoufou in cambio di un ruolo attivo nella liberazione degli ostaggi. Un incontro tra il CEO di Areva, Luc Orsel, e Issoufou, avrebbe avuto luogo il 7 ottobre con al centro il tema dei quattro ostaggi francesi ancora nelle mani dei rapitori.

A questa possibilità si è aggiunta quella secondo la quale Parigi potrebbe assumere un atteggiamento “più morbido” nei confronti di Iyad Ag Ghali, leader di Ansar al-Din, il quale sarebbe legato alla vicenda del rapimento per il tramite di un uomo del suo gruppo, Abdelkrim al-Targui, possibile intermediario nelle trattative per il rilascio.

Secondo RFI Abdelkrim al-Targui sarebbe stato presente al momento del rapimento dei quttro francesi, tre anni fa, realizzato dal gruppo di AQMI guidato da Abou Zeid.


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