Il 20 marzo 2015, la versione online del quotidiano marocchino Goud ha riportato in esclusiva la notizia dell’inaugurazione di un nuovo Distaccamento facente capo all’apparato d’intelligence marocchino DGST (Direction générale de la surveillance du territoire).
Il quotidiano ha appreso da fonti giudiziarie che il nuovo distaccamento porterà il nome di “Ufficio centrale per le indagini giudiziarie”, noto con l’acronimo francese BCIJ. Questo dipartimento si incaricherà dei crimini contro la sicurezza nazionale e di tutte le questioni legate al terrorismo, alle armi, alle munizioni, agli esplosivi, al rapimento di ostaggi e alle bande criminali. Il dipartimento avrà le stesse prerogative dell’FBI statunitense e sarà presieduto da ‘Abd al-Haq al-Khayyam, ex responsabile della sezione nazionale della polizia giudiziaria.
Due giorni dopo l’inaugurazione di questo Bureau, un comunicato del Ministero degli Interni marocchino ha riferito che una cellula terroristica affiliata all’ISIS è stata smantellata dagli agenti di questo nuovo dipartimento dei locali Servizi d’intelligence. Il nome di questa cellula era: “Provincia dello Stato Islamico in Marocco: I discendenti di Yusuf ibn Tashfin“, dal nome del sultano berbero-almoravide del Marocco dal 1089 e della Spagna musulmana (Al-Andalus) dal 1094, noto anche come “Emiro dei musulmani”, in quanto unì tutti i domini musulmani in Spagna al Regno del Marocco.
Il giorno seguente, ‘Abd al-Haq al-Khayyam ha tenuto una conferenza stampa a Salé, presso la sede del nuovo Bureau, in merito allo smantellamento di quella che è stata definita la “più grande cellula terroristica marocchina scoperta negli ultimi anni”. Nel corso della conferenza, il neo direttore del BCIJ ha fornito numerosi dettagli su talecellula. Al-Khayyam ha dichiarato che sono stati arrestati 13 membri di età compresa tra i 19 e i 37 anni, tutti senza precedenti penali. La cellula, legata prima ad Al-Qaeda e poi all’ISIS, pianificava di sequestrare e decapitare diverse personalità politiche, civili e militari, di attaccare alcuni agenti di sicurezza impegnati nell’operazione “Hadhar” (Vigilanza), per impossessarsi delle loro armi di ordinanza e utilizzarle nell’attuazione del loro piano terroristico, nonchè di mettere veleno sulle maniglie delle automobili e sulle porte delle case degli obiettivi da eliminare.
Secondo quanto riferito da Al-Khayyam, i terroristi avevano stilato una lista delle personalità da eliminare. Il direttore del BCIJ non ha citato i nomi di queste personalità, limitandosi a dichiarare che “in cima alla lista degli obiettivi civili vi era l’attivista amazigh Ahmed Assid”.
I componenti della cellula sono stati arrestati in nove città marocchine: Agadir, Boujad, Tangeri, Laayoune orientale, Laayoune, Ben Harrouda, Marrakech, Tiflet e Taroudant. Il leader è stato descritto come un “esperto nell’utilizzo di veleni” ed è un ventitreenne originario di Agadir. Gli agenti del BCIJ hanno rinvenuto, durante l’irruzione nell’abitazione di uno degli imputati a sud di Agadir, sei pistole automatiche di diverso calibro, che Al-Khayyam ha riferito essere giunte in Marocco attraverso Melilla. La cellula si occupava anche di inviare giovani marocchini a combattere nell’ISIS in Siria e in Iraq e riceveva finanziamenti dall’estero. Il direttore del nuovo distaccamento d’intelligence ha aggiunto che gli agenti del BCIJ hanno monitorato questi elementi per oltre cinque mesi.
Nel corso della stessa conferenza stampa, Al-Khayyam ha anche fornito cifre ufficiali riguardanti i marocchini che combattono in Siria e in Iraq con l’ISIS. Secondo quanto riferito dal funzionario, sono 1353 i combattenti marocchini presenti in Siria e in Iraq. Tra questi, 220 hanno precedenti penali per terrorismo, 185 sono donne e vi sarebbero 135 bambini, indottrinati e addestrati nelle caserme di Al-Baghdadi in Siria e in Iraq. I marocchini reduci dai fronti nel Levante sono 135; 240 sono i combattenti dell’ISIS di nazionalità marocchina uccisi in Siria, mentre sono 40 i combattenti del Regno morti in Iraq.