Mohammad bin Salman Al Sa‘ud, principe ereditario e Ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, ha dichiarato in un’intervista televisiva concessa all’emittente CBS, all’interno del programma “60 Minutes”, che il suo paese svilupperà una bomba nucleare, se l’Iran compirà questo passo.
Nell’intervista, andata in onda in onda il 18 marzo, due giorni prima del suo incontro con il Presidente statunitense Donald Trump, Bin Salman paragona l’Ayatollah Khamenei al “nuovo Hitler del Medio Oriente”, sottolineando che “l’Arabia Saudita non vuole acquisire armi nucleari, ma se l’Iran svilupperà una bomba nucleare, faremo la stessa cosa” per contrastare la minaccia iraniana in Medio Oriente.
Questa dichiarazione suggerisce che l’incontro tra l’erede al trono saudita e il Presidente statunitense si concentrerà anche sul consolidamento delle relazioni tra i due paesi alleati per contrastare l’influenza del comune nemico iraniano in Medio Oriente e, probabilmente, sulla rottura dell’accordo sul nucleare iraniano. Soprattutto dopo che Trump ha licenziato il suo Segretario di Stato, Rex Tillerson, anche a causa delle sue benevole posizioni nei confronti dell’Iran e dell’accordo sul nucleare, siglato dal suo predecessore Barack Obama.
Intanto, l’Arabia Saudita si prepara a mettere in pratica la sua minaccia: il 13 marzo, il Consiglio dei Ministri saudita ha annunciato l’approvazione della politica riguardante il programma per l’energia nucleare, che prevede lo sviluppo delle attività nucleari per scopi pacifici, nel rispetto deli limiti stabiliti dalle normative e dalle convenzioni internazionali. Questo programma, finalizzato a diversificare l’economia energetica saudita, prevede inoltre il completo rispetto del principio di trasparenza e degli standard di sicurezza nucleare nelle strutture nucleari, in conformità con un quadro di controllo normativo e di monitoraggio indipendente, e l’applicazione dei migliori standard e pratiche globali per la gestione dei rifiuti radioattivi.
Il quotidiano Elaph sottolinea che “l’annuncio dell’approvazione di questo programma arriva a pochi giorni di distanza dalla prima visita del Principe ereditario saudita negli Stati uniti, che si terrà dal 19 al 22 marzo, che probabilmente sarà accompagnata dai tentativi di raggiungere un accordo di cooperazione con Washington sull’energia atomica civile”. E aggiunge che “il Regno saudita ha accelerato i piani per la costruzione di 16 reattori nucleari nei prossimi due decenni, per un costo di 80 miliardi di dollari circa”. Inoltre, sarebbero già in corso negoziati con gli Stati Uniti per l’esportazione della tecnologia necessaria per costruire i reattori sauditi.