La retromarcia di Weidmann, Presidente della Bundesbank: “sono completamente d’accordo con Draghi”.

Bernard Selwan El-Khoury 22/01/2014
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“Sono completamente d’accordo con il mio collega Mario Draghi sul fatto che non esistano ragioni per provare irrazionali paure di rischio inflazione”: con queste parole il Presidente della Banca Centrale tedesca (Bundesbank), Jens Weidmann, ha sorpreso i rappresentanti della stampa tedesca che, intervenuti lo scorso 16 gennaio a una conferenza organizzata dal quotidiano Der Tagesspiegel, attendevano una ulteriore presa di distanze dalle posizioni del Governatore della Banca Centrale Europea (BCE), l’italiano Mario Draghi.

Le aspettative in tal senso erano significative, anche in considerazione delle forti critiche sino ad allora espresse da Weidmann nei confronti delle scelte di Draghi e della risposta di quest’ultimo che, anche grazie ad una spregiudicata traduzione dall’inglese di una sua intervista rilasciata a dicembre dell’anno appena conclusosi, aveva puntualmente stigmatizzato l’atteggiamento degli economisti tedeschi nei suoi confronti come il frutto di una “paura perversa”.

Ecco perché le recenti dichiarazioni di Weidmann su Draghi hanno risuonato come una improvvisa quanto inaspettata retromarcia, soprattutto in quanto riferita a quel “rischio inflazione” che dal 2012 era divenuto un asse portante della strategica mediatica del Presidente della Bundesbank. Il risultato è quello di aver aperto la porta a una serie di interrogativi relativi al la possibilità che Weidmann abbia rivisto le sue posizioni sulla ‘Outright Monetary Transactions‘ (OMT), meglio conosciuto come il ‘Piano Salva Euro’ attuato da Draghi.

Secondo le “colombe” tedesche le dichiarazioni di Weidmann sono esclusivamente da inquadrare nel tentativo del Presidente della Banca Centrale tedesca di “porre termine a tutte quelle polemiche avviate con un errore di traduzione”. Tuttavia, fanno notare i più attenti osservatori delle dinamiche economiche e politiche europee, che è stato lo stesso Weidmann ha richiamare l’attenzione su una “più sobria analisi degli eventi”, allontanando le indiscrezioni sulle sue possibili dimissioni per i contrasti con la Banca Centrale Europea (BCE): “se fosse possibile realizzare un secondo mandato, io ci sarò”.

Il primo mandato alla guida della Bundesbank scade nel 2019, ma c’è già chi come il quotidiano economico Handelsblatt ironizza sulla necessità per Weidmann di trovare fonti di energia per la sua sopravvivenza sino ad allora.


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