Strategia mediatica dello Stato Islamico: 7500 account su Twitter. Una app per Smartphone.

Bernard Selwan El-Khoury 27/03/2015
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Al_Risala_ISIS_Twitter“Il monitoraggio di circa 3 milioni di messaggi postati dai disseminatori dello Stato Islamico su Twitter ha consentito di stimare in oltre 7500 gli account gestiti dall’organizzazione. Questi account utilizzano in maniera massiccia fotografie che ritraggono scene brutali e cruente, ma soprattutto hashtag di carattere jihadista capaci di garantirgli il primo posto tra i principali Twitter Trend”. E’ con questo incipit che il quotidiano saudita Al-Risala, che ha anche ripreso i dati emersi dall’analisi realizzata dal Think Tank americano Brooking Institution (“The ISIS Twitter Census”), presenta un approfondimento sugli strumenti e i contenuti utilizzati dallo Stato Islamico (ISIS) per fare propaganda e reclutare online.

La strategia mediatica dell’ISIS è finalizzata al raggiungimento di tre scopi principali: reclutare nuovi combattenti, diffondere la propria ideologia per guadagnare nuovi simpatizzanti e ottenere finanziamenti. L’utilità di combattere una “guerra mediatica” servendosi dei mezzi di comunicazione diffusi sul World Wide Web è di vitale importanza per l’organizzazione terroristica, perché le permette di realizzare questi obiettivi raggiungendo potenziali sostenitori in ogni angolo del globo.

Per l’esperto di comunicazione jihadista Hasan Bin-Salim, tutte le organizzazioni terroristiche ricorrono ai mezzi di comunicazione messi a disposizione dalla moderna tecnologia per reclutare nuovi membri e ottenere finanziamenti, ma l’ISIS è arrivata a sorprendere per la straordinaria abilitĂ  dimostrata dall’organizzazione nel promuovere la propria ideologia sul web: “l’ISIS è al passo con le mode sui social network e piĂš in generale sul web”. Bin-Salim ha sottolineato che gli specialisti che monitorano i media utilizzati dall’ISIS – che non si limitano a Twitter e Facebook, ma includono anche Youtube, Instagram e Tumblr – testimoniano un “terrificante sviluppo dell’organizzazione in questo settore”.

Hasan Bin-Salim ha ricordato che due mesi fa l’ISIS ha invaso anche lo spazio degli smartphone creando l’app “Fajr al-Basha’ir” (“L’alba delle buone notizie”), che permette agli utenti di rimanere informati sulle ultime novitĂ  dell’organizzazione scaricando l’applicazione sul proprio smartphone del circuito Android, direttamente dal “Google Store”.

Fonte: Site Intelligence Group

Fonte: Site Intelligence Group

Bin-Salim ritiene che la massiccia presenza dello Stato Islamico sui social network miri a trasmettere il proprio messaggio a tre categorie principali di utenti. La prima è rappresentata dai sostenitori e dai simpatizzanti dell’organizzazione, allo scopo di reclutarli e di guadagnare il loro supporto. La seconda categoria è quella più vasta dell’opinione pubblica mondiale, cui l’ISIS si rivolge per enfatizzare la forza e l’influenza dell’organizzazione. L’ultima categoria è rappresentata dagli oppositori del Califfato, incluse le istituzioni statali, con l’obiettivo di destabilizzarne la sicurezza.

Mujahid Diraniyah, altro esperto del settore, ritiene che “la campagna della propaganda cibernetica dell’ISIS si basa fondamentalmente sull’inganno e sulla manipolazione, camuffati sotto il pretesto della jihad”.

Un altro esperto, Sa’ad al-Quway’i, ha evidenziato che il potente apparato mediatico dell’organizzazione dispone di sette dipartimenti dedicati alla sistematica gestione delle pubbliche relazioni del Califfato nell’epoca del World Wide Web. Questi dipartimenti sono: il dipartimento per la gestione dei forum cibernetici, fucine delle ideologie estremiste; il dipartimento per gli account e le pagine web per la promozione della propaganda; il dipartimento degli hacker per lanciare attacchi a coloro che si oppongono all’ISIS e il dipartimento per il reclutamento e la formazione.


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