“Il monitoraggio di circa 3 milioni di messaggi postati dai disseminatori dello Stato Islamico su Twitter ha consentito di stimare in oltre 7500 gli account gestiti dallâorganizzazione. Questi account utilizzano in maniera massiccia fotografie che ritraggono scene brutali e cruente, ma soprattutto hashtag di carattere jihadista capaci di garantirgli il primo posto tra i principali Twitter Trend”. E’ con questo incipit che il quotidiano saudita Al-Risala, che ha anche ripreso i dati emersi dall’analisi realizzata dal Think Tank americano Brooking Institution (“The ISIS Twitter Census”), presenta un approfondimento sugli strumenti e i contenuti utilizzati dallo Stato Islamico (ISIS) per fare propaganda e reclutare online.
La strategia mediatica dellâISIS è finalizzata al raggiungimento di tre scopi principali: reclutare nuovi combattenti, diffondere la propria ideologia per guadagnare nuovi simpatizzanti e ottenere finanziamenti. LâutilitĂ di combattere una âguerra mediaticaâ servendosi dei mezzi di comunicazione diffusi sul World Wide Web è di vitale importanza per lâorganizzazione terroristica, perchĂŠ le permette di realizzare questi obiettivi raggiungendo potenziali sostenitori in ogni angolo del globo.
Per l’esperto di comunicazione jihadista Hasan Bin-Salim, tutte le organizzazioni terroristiche ricorrono ai mezzi di comunicazione messi a disposizione dalla moderna tecnologia per reclutare nuovi membri e ottenere finanziamenti, ma lâISIS è arrivata a sorprendere per la straordinaria abilitĂ dimostrata dallâorganizzazione nel promuovere la propria ideologia sul web: “lâISIS è al passo con le mode sui social network e piĂš in generale sul web”. Bin-Salim ha sottolineato che gli specialisti che monitorano i media utilizzati dallâISIS â che non si limitano a Twitter e Facebook, ma includono anche Youtube, Instagram e Tumblr â testimoniano un âterrificante sviluppo dellâorganizzazione in questo settoreâ.
Hasan Bin-Salim ha ricordato che due mesi fa lâISIS ha invaso anche lo spazio degli smartphone creando lâapp âFajr al-Bashaâirâ (“Lâalba delle buone notizie”), che permette agli utenti di rimanere informati sulle ultime novitĂ dellâorganizzazione scaricando lâapplicazione sul proprio smartphone del circuito Android, direttamente dal âGoogle Storeâ.
Bin-Salim ritiene che la massiccia presenza dello Stato Islamico sui social network miri a trasmettere il proprio messaggio a tre categorie principali di utenti. La prima è rappresentata dai sostenitori e dai simpatizzanti dellâorganizzazione, allo scopo di reclutarli e di guadagnare il loro supporto. La seconda categoria è quella piĂš vasta dellâopinione pubblica mondiale, cui lâISIS si rivolge per enfatizzare la forza e lâinfluenza dellâorganizzazione. Lâultima categoria è rappresentata dagli oppositori del Califfato, incluse le istituzioni statali, con lâobiettivo di destabilizzarne la sicurezza.
Mujahid Diraniyah, altro esperto del settore, ritiene che âla campagna della propaganda cibernetica dellâISIS si basa fondamentalmente sullâinganno e sulla manipolazione, camuffati sotto il pretesto della jihadâ.
Un altro esperto, Saâad al-Quwayâi, ha evidenziato che il potente apparato mediatico dellâorganizzazione dispone di sette dipartimenti dedicati alla sistematica gestione delle pubbliche relazioni del Califfato nellâepoca del World Wide Web. Questi dipartimenti sono: il dipartimento per la gestione dei forum cibernetici, fucine delle ideologie estremiste; il dipartimento per gli account e le pagine web per la promozione della propaganda; il dipartimento degli hacker per lanciare attacchi a coloro che si oppongono allâISIS e il dipartimento per il reclutamento e la formazione.